Boa Vista, isola del tesoro?
- Redazione G
- 30 set
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 9 ott

Fra i tanti motivi che rendono Boa Vista un luogo così speciale ce n’è uno forse meno conosciuto ma intimamente collegato alla sua storia a partire dalla scoperta fino ad anni recenti. Anche se lo si può intuire pensando al relitto del cargo spagnolo Cabo Santa Maria, divenuto un simbolo dell’isola, pochi sanno che nelle sue acque sono avvenuti moltissimi naufragi. Ed è possibile, anzi probabile, che qualche carico prezioso ancora sia nascosto fra i suoi bassi fondali, in attesa di un fortunato scopritore…

Il più antico dei 141 naufragi documentati a Capo Verde, la nave olandese Naarden, risale al 1623. E sapete dove è avvenuto? Proprio al largo dell'isola di Boa Vista, in un punto imprecisato. Lo stesso vale per la Honorable East India Company “Hartweel”, naufragata nei pressi dell’isola nel 1787 con sei tonnellate d'argento a bordo. Se poi vogliamo guardare ai numeri tratti da vari registri, solo nella seconda metà del XIX secolo sono stati registrati almeno 50 affondamenti al largo di Boa Vista, riguardanti navi di varie nazionalità.
È dunque da tempo accertato che l’isola delle dune, per noi Ilha Fantástica, è stata teatro di storici naufragi, soprattutto tra il 1700 e il 1800, quando ha assunto un ruolo cruciale nell'esportazione del sale da Capo Verde. In quel periodo c’era un notevole traffico navale commerciale e, di conseguenza, frequenti erano gli attacchi di pirati e corsari. La presenza del forte Duque de Bragança sull’Ilheu, l’isolotto antistante l’abitato di Sal Rei, oggi efficacemente restaurato e visitabile, ne è testimonianza.

Anche in anni recenti non sono mancati affondamenti. Dopo il 2000 sono avvenuti quelli di una nave commerciale capoverdiana e di una bettolina spagnola, proprio nella baia di Sal Rei. I relitti si trovano a poca distanza dalla costa e oggi sono un ottimo spot per immersioni, perché ospitano un buon numero e diverse varietà di pesci.
Tutte queste vicende hanno stimolato appassionati e ricercatori. Per ora, lo studio più completo in Capo Verde, anche se un po’ datato, è l’Inventario dei naufragi storici nell'arcipelago di Capo Verde, realizzato dall'archeologo subacqueo portoghese Alexandre Monteiro. Il ricercatore ha verificato i naufragi di 141 navi, e precisamente: 8 perdite si sono verificate nel XVII secolo, 17 nel XVIII secolo, 60 naufragi nel XIX secolo e 55 incidenti nel XX secolo (fino al 1970). Oltre il 30% del totale attorno a Boa Vista.
Tuttavia, proprio in considerazione delle difficoltà di trovare testimonianze storiche dirette, della vastità dei bassi fondali, delle correnti, delle tante leggende su navigli colmi di tesori (pure degli stessi pirati) andati perduti, non è da escludere che un buon numero di relitti sconosciuti e i loro carichi siano dispersi nelle acque dell’isola. Del resto i ritrovamenti non mancano, come quelli ad opera di Maurizio Rossi, l’archeologo italiano che ha riunito una parte dei reperti nell’interessante Museu dos Naufragos di Sal Rei.

E allora, coraggio cacciatori di tesori: vi aspettiamo a Boa Vista. Magari un forziere vi attende a pochi metri dalla riva. Se invece volete fare le cose in grande, ecco la dritta. È accertato che nel 1806 la nave inglese Lady Burgess naufragò con un grande carico di preziosi presso la secca di João Valente, 37 Km a sud di Boa Vista verso Maio. C’è però da affrontare un piccolo problema. Si tratta di un sito oceanico eccezionale, una sorta di pinnacolo che dalla profondità di circa 1000 m risale fino a 10 m dal pelo dell’acqua. Notoriamente ricchissimo di pesce, non risulta invece comodissimo da esplorare. Ma non vi tirerete indietro per così poco!
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